La rete GAS Lazio per i lavoratori di Rosarno

“Molti di noi arrivano a creare un gruppo di acquisto o a entrarvi spinti dal bisogno di riaffermare il proprio diritto ad una sana alimentazione, altri perché cercano un modo per declinare i rapporti sociali in senso “umano”: in una società che esclude la produzione dal cono di luce dell’informazione, in cui mandarini e olive sembrano cadere dal cielo, porsi il problema di capire che dietro le braccia ci sono uomini è fondamentale e conoscerli ci fa aprire gli occhi. Scegliamo i nostri fornitori, voi produttori micro, piccoli o medi, in base ad una sintonia che sentiamo fra la nostra propensione ad un acquisto cosiffatto e gli obiettivi aziendali di piccole e medie imprese del territorio, che, specie nel settore del biologico, producono in un orizzonte di compatibilità ambientale e miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di tutti. Produttori e consumatori.” Queste le parole della lettera che abbiamo scritto ai produttori da cui ci riforniamo come Gruppi d’Acquisto della Rete del Lazio e oggi, giovedì 10 giugno, invieremo contemporaneamente a tutti.

Chiediamo loro di non voltarsi dall’altra parte: dal mese di gennaio, alcune centinaia di lavoratori africani cacciati da Rosarno si trovano a Roma. Alcuni di loro hanno deciso di reagire allo sfruttamento che hanno subito, di esigere giustizia, dignità e diritti. Si sono riuniti e organizzati, hanno costituito l’Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma e hanno prodotto un documento dal titolo “I mandarini e le olive non cadono dal cielo”, in cui denunciano la propria condizione: “Lavoravamo in condizioni disumane. Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica.

Noi dei GAS aderenti alla Rete del Lazio rivolgiamo un appello, un invito, una richiesta ai fornitori della nostra regione, perché collaborino a questo progetto, mettendo a disposizione posti di lavoro in regola per i lavoratori africani cacciati da Rosarno. Cercando di far valere i rapporti che si sono creati con i produttori, con i nostri fornitori preferiti, noi GAS offriamo in cambio la considerazione anche concreta per le aziende che risponderanno positivamente all’appello, tenendo conto, da oggi e in futuro, del comportamento che assumeranno in risposta al nostro appello.

Le stagioni delle raccolte estive sono alle porte, e se arriveranno senza che nessun rosarnese venga assunto in un’azienda del Lazio, morirà questa preziosa esperienza di consapevolezza dei propri diritti e della propria condizione; questa aggregazione creatasi in un momento drammatico e che si sta sviluppando come cellula di un’integrazione etica e sana dei lavoratori stranieri nel nostro paese. I rosarnesi riparati a Roma, come tutti gli altri lavoratori stagionali, si disperderanno nei mille luoghi dello sfruttamento senza diritti, della sottomissione senza speranza. E avremo perso qualcosa anche noi tutti, consumatori e produttori.

Non possiamo girarci dall’altra parte, non aspettiamo che anche i pomodori cadano dal cielo.

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