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Intervento Convegno Provincia di Roma

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  • #5710
    Dr. Sankara
    Partecipante

    Abbozzo qui l’unico breve intervento di rete che abbiamo previsto per il convegno della Provincia del 26:

    Siamo lieti che la Provincia di Roma abbia deciso di “ascoltare” le Ragioni dei Gruppi d’Acquisto Solidali. Ne siamo lieti soprattutto perche’ questo spirito non ha assistito ne’ le iniziative del passato (il bando di sostegno ai GAS) ne’ il modo in cui e’ stato convocato e gestito questo incontro. Il movimento dei GAS propone attività caratterizzate da spirito critico, partecipazione e autoorganizzazione: questo è il motodo che vi proponiamo per continuare e rifondare la relazione che deciderete di avere con noi.

    1. Prima di tutto siamo costretti di nuovo a lamentare un’assenza. L’assenza della Rete GAS Lazio sia nell’organizzazione del convegno che nello spirito che lo ha animato. La Rete dei GAS di Roma e Lazio è una realtà aperta e autoorganizzata che da alcuni anni permette ai Gruppi d’Acquisto di confrontare le proprie esperienze e cooperare. Non desideriamo riconoscimenti o un posto di rilievo, pero’ se l’amministrazione provinciale vuole aprire un dialogo e una serie di politiche di supporto per i GAS non puo’ ignorare o non tenere conto di una Rete che gia’ organizza “dal basso” la maggior parte [o quasi totalita’][ dei Gruppi di questo territorio.

    2. I GAS non pretendo o chiedono denaro ne’ (nuovi) obblighi burocratici. Non chiedono sovvenzioni “a pioggia” o un ennesimo sistema di bandi e gare. Chiediamo un sostegno per tutti i GAS e non solo per alcuni. Chiediamo un sostegno strategico e non episodico. Chiediamo servizi e strutture che sorreggano in modo stabile e duraturo il mondo del consumo critico, solidale e sostenibile. Abbiamo tante idee, nate dai nostri concreti bisogni e difficolta’, e che i rappresentanti dei GAS aderenti alla Rete cercheranno di chiarire meglio nei prossimi interventi (sostegno per i luoghi di scarico, strumenti di gestione amministrativa e contabile degli ordini, aiuti per rintracciare produttori, ecc.)

    3. Per questi motivi chiediamo una radicale revisione delle modalita’ e dei criteri di selezione del bando. Chiediamo si apra un percorso di partecipazione che ne riprogetti, in modo condiviso, intenzioni e finalità. Siamo disponibili a rintracciare linee e progetti condivisi dai GAS che promuovano la cooperazione e premino il “fare rete”.

    Come avete capito abbiamo scelto di confidare sulle bonta’ delle vostre intenzioni ma le valuteremo nel modo in cui sapranno rispettare la nostra autonomia, i pincipi e i metodi che ci guidano. Volete accettare questa sfida?

    #5921

    aggiungerei, alla fine del punto 1., tra i quali [lista], leggendo i nomi di venti/trenta GAS uno per uno. Da un punto di vista della comunicazione, dire “il gruppo è costituito da dieci persone” o dire “è costituito da molte persone, tra le quali Carlo, Barbara, Giovanni, Simona, Alberto, Sabrina, Francesco, Giovanni, Daniele e Paola” è molto diverso, da’ un senso di maggiore concretezza e potrebbe fare la differenza nel modo in cui si ascoltano i punti successivi. Suggerisco di chiedere alla segreteria l’elenco di tutti i GAS aderenti e di leggerli uno per uno con calma, senza fretta. Notate che non parliamo a nome di questi GAS ma che parliamo a nome di una rete “organizzata dal basso, che vede la partecipazione della maggior parte dei GAS di questo territorio, tra i quali [lista]. Questa, almeno secondo la mia opinione, è la formula giusta per iniziare.
    Sugli altri punti scriverò commenti separati.
    cmc

    #5923
    Dr. Sankara
    Partecipante

    DA MASSIMO:
    intervengo perche’ nella continuazione dello spirito della discussione di ieri, vorrei limare la forma del testo che trovo in generale piuttosto “non nonviolenta”.
    Penso che la nonviolenza sia alla base dela scelta di consumo critico e quindi assumo che in modo piu’ o meno cosciente tutti i GAS ne dovrebbero condividere i principi.
    Aggiungo poi che nel lungo termine, quando non si dispone di potere coercitivo e volendo incidere in maniera duratura, la nonviolenza oltretutto “conviene” perche’ altrimenti si fallisce. Secondo me, quindi, se il nostro scopo e’ quello di cooperare con l’ammistrazione immettendo i nostri “semi” nel processo, non possiamo dirgli piu’ o meno: “finora avete fatto tutto male, adesso arriviamo
    noi che rappresentiamo tutti i GAS del mondo e se fate come diciamo noi allora farete bene”.
    Questa naturalmente e’ solo la mia lettura del testo cosi’ com’e’ ora e quindi non pretendo di avere proprio io la verita’
    🙂

    Quindi per fare un esempio concreto di quello che intendo, senza pretesa di avere l’ultima parola o di sostituirmi a Marco e anzi ringraziandolo per aver scritto il testo di cui ricalco pari pari i punti, vi propongo la seguente revisione:
    Siamo lieti che la Provincia di Roma abbia deciso di coinvolgere i Gruppi d’Acquisto Solidali. Il movimento dei GAS propone attività caratterizzate da spirito critico, partecipazione e autoorganizzazione e questo quindi è il metodo che vi proponiamo per il futuro se deciderete di continuare a relazionarvi con noi. E siamo lieti di questo convegno soprattutto perche’ speriamo cosi’ che in futuro di non si ripetano alcuni errori che hanno, secondo noi, in alcuni casi ridotto fortemente l’efficacia di alcune vostre iniziative che pure erano evidentemente animate da buone intenzioni, come ad esempio il bando di sostegno dei GAS dell’anno scorso.

    1. Prima di tutto per chi non ci conosce vorremmo brevemente dire che la Rete dei GAS di Roma e Lazio è una realtà aperta e autoorganizzata che da alcuni anni permette ai GAS che lo vogliono, di confrontare le proprie esperienze e cooperare. Se l’amministrazione provinciale quindi vuole aprire un dialogo e una serie di politiche di supporto per i GAS, noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza di una Rete che gia’ organizza “dal basso” molti dei Gruppi della provincia di Roma.
    2. Proprio per questa esperienza maturata anche a seguito del bando di cui ho gia’ detto, pensiamo che in generale quello che sarebbe piu’ utile e’ un sostegno strategico e non episodico, ovvero servizi e strutture che sorreggano in modo stabile e duraturo il mondo del consumo critico, solidale e sostenibile. Abbiamo tante idee, nate dai nostri concreti bisogni e difficolta’, e che i rappresentanti dei GAS aderenti alla Rete cercheranno di chiarire meglio nei prossimi interventi.

    3. Per questi motivi chiediamo che si apra un percorso di partecipazione che indirizzi, in modo condiviso, intenzioni e finalità di azioni future da parte dell’amministrazione provinciale. Siamo disponibili a rintracciare linee e progetti condivisi dai GAS che promuovano la cooperazione e premino il “fare rete”.
    Come avrete quindi capito abbiamo scelto di approfittare di questa occasione che ci viene data, ma essendo molto orgogliosi della nostra autonomia, dei pincipi e dei metodi che ci hanno guidato finora, vorremmo con la nostra esperienza contaminare il vostro modo di operare.
    Volete accettare questa sfida?
    Saluti,
    Massimo (GAOS)

    #5925
    Dr. Sankara
    Partecipante

    DA STEFANO
    convegno GAS: concordo pienamente con quanto detto da Massimo. Non mi ritrovo nel desiderio espresso da molti di un approccio “muscolare” (facciamogli vedere noi chi siamo!), non mi sembra coerente con il voler stabilire un dialogo (se non lo vogliamo, che ci andiamo a fare?) nè con lo spirito che dovrebbe sempre animare la nostra “S” finale. Capisco l’ amarezza per essere stati ancora una volta (non è la prima e non sarà l’ultima) “dimenticati”, e non sottovaluto la necessità di rimarcarlo, ma c’è modo e modo. Per quanto riguarda poi la “disattenzione” che la provincia ha nei confronti della rete GAS, non posso a questo punto esimermi dal dire a tuti quello che in privato ho detto ieri sera a Marina e Massimo che mi hanno gentilmente acocmpagnato ala metropolitana: se è vero (ed è vero) che la provincia ci trascura, è vero anche che persino molti gassisti dei nostri stessi gruppi fanno difficoltà a credere fino in fondo che una rete esiste e che è rappresentativa di ciascuno di noi (potrei fare molti esempi presi dalla mia personale esperienza…). Quindi forse il problema di chi è la rete e chi realmente rappresenta c’è sul serio, e non è gridando più forte che la questione si rislve, ma costruendo con pazienza il nostro esistere.

    #5926
    Dr. Sankara
    Partecipante

    Rispondo sulle due questioni.

    A. La lista dei GAS.
    Sono d’accordo. Personalmente preferirei mettere solo il numero di gas e, magari, un numero orientativo di nuclei/persone. La lista completa del gas appesentirebbe troppo il testo (gia’ lungo per i miei gusti). Magari metterei la lista completa in coda (come firma).

    B. non nonviolenza?
    Cari Massimo e Stefano,
    Naturalmente ben vengano miglioramenti al testo. Possono essere anche d’accordo su informare la nostra azione di nonviolenza (e credevo fosse evidente uno sforzo per stemperare le mie passioni), su questo ho molti PERO’ (aprendo un dibattito lungo ma credo ma utile):
    – La nonviolenza, da quel poco che ne capisco, non significa affatto arrendevolezza: anzi significa tenere duro sui principi magari cercando di aprire vie di dialogo e cambiamento (magari reciproco). Ogni dialogo funziona meglio se si chiariscono senza nascondimenti i punti di partenza e le differenze.
    – in fondo quello che stiamo chiedendo alla politica/amministrazione un cambiamento copernicano del loro approccio. Credete davvero che ingentilire qualche frase li possa convincere meglio? Stiamo trattando con istituzioni e organizzazioni non con persone singole che possiamo offendere o “convincere” con le giuste parole. Qualsiasi politico spesso capisce un solo linguaggio quello del consenso. Devono capire che rischiano di perdere il nostro (se lo avevano) e la reputazione. Su questo proponevo di agire.
    – da quanto sembra il confine tra nonviolenza e condiscendenza pare labile. Essere nonviolenti non credo significhi adottare un atteggiamento giustificatorio o peggio buonista. Del tipo “con la faccia sotto i vostri piedi”. non violenza non puo’ voler dire che possono fare i peggiori errori politici e “scortesia” e pretendere che nemmeno le rimarchiamo o facciamo notare. Secondo me nonviolenza e’ schiena dritta seppur con braccia aperte e sorriso. 😛
    – non violenza significherebbe comprendere le ragioni dell’altro. E da quanto ho capito abbiamo molte idee a proposito: come minimo si tratta di un connubbio di politici che usano i soldi come leva per acquisire voti e quadri amministrativi non proprio competenti. Entrambe le questioni non possiamo affrontarle troppo esplicitamente, o sbaglio? 😎
    – suvvia ragazzi, a parte una diversa scelta di aggettivi cosa c’e’ di muscolare in un breve intervento vagamente risentito? Muscolare sarebbe una protesta platelale durante il convegno (tipo le interruzioni con striscione), una contestazione rumorosa o una torta in faccia all’assessore (cose che nessun* ha proposto). E solo Il Tempo o il Tg4 potrebbero chiamarli interventi violenti… 😉
    – Nel merito alcuni cambiamenti proposti mi paiono ragionevoli, altri secondo me rendono anche meno incisivo il testo, togliendo persino un po’ di ritmo e retorica. Soprattutto nel punto 2. Quelli se non c’e’ accordo non li accoglierei. 😮
    Neanche a me piace il tono complessivo, nel senso che mi sarebbe piaciuto aggiungere una vena autoironica o una conclusione di qualche spirito, ma non mi e’ venuta… 🙁

    ciao

    #5924
    Dario Pulcini
    Amministratore del forum

    Concordo con molti e esprimo anche io il mio punto di vista, perché sento molta umanità in questo dialogo e su temi che ho molto a cuore.
    Parto innanzitutto dal voler chiarire il mio punto di vista sul concetto di non-violenza. Il sentimento della rabbia è umano, fa parte di noi esseri umani in quanto tali e non reputo utile nasconderlo, né personalmente che socialmente (oltre che sono convinto che reprimerlo porti a danni ben peggiori che il non farlo). Di fronte ad un’ingiustizia indignarsi, arrabbiarsi, significa esprimere dissenso, ossia un fattore importante per una mente critica e auto-critica, che cerca la strada giusta in un mondo per tanti versi sbagliato. Non vedo nella rabbia per forza la violenza, la non violenza non significa non arrabbiarsi, ma usare l’energia che la collera esprime in maniera saggia, significa reagire con un’azione positiva all’avere subito un’azione negativa, partendo dal far comprendere all’altro il perché si reputi la sua azione negativa. Ci sono momenti in cui bisogna essere duri per essere incisivi e per fare del bene, così come sgridare proprio figlio perché ha attraversato la strada in maniera non curante del rischio di essere investito è azione fondamentale per proteggerne la sua vita. Certo sono convinto che il dissenso e i toni duri vadano riferiti alle azioni, alla condanna di azioni a nostro parere erronee o che a nostro parere nascondono secondi fini, ma non alle persone. Io rispetto ogni forma di vita in quanto la ritengo sacra e quindi ogni essere umano per me merita il massimo rispetto, con tutte le difficoltà che comporta attenersi a questo imperativo etico (sbagliando tante volte, ma con tale fine nel cuore). Qui però le critiche che muove Marco sono dirette all’istituzione e non alle singole persone che la compongono, perché quando ti assumi una responsabilità importante come l’essere rappresentante dei cittadini hai un’incombenza in più, hai un ruolo che non è il semplice essere uomo. E non far notare azioni incongruenti, superficiali e fondamentalmente sbagliate significa spesso soprassedere al fulcro del problema, ossia l’essere responsabile due volte del proprio agire se si riveste una carica pubblica.
    Siccome siamo stati e siamo ancora truffati spesso e volentieri dai soggetti politici e chi è ora in provincia non è un neo-eletto per la prima volta, ma persona che ha fatto della politica la sua professione (già cosa che personalmente detesto, per me la politica è e deve essere passione e senso dell’abnegazione, responsabilità e atto d’amore generoso verso l’altro, non un lavoro: che poi nell’essere eletto ad una carica politica si abbia una remunerazione, che si abbia diritto a conservare il proprio posto di lavoro, è sacrosanto, altrimenti solo i ricchi potrebbero ricoprire cariche pubbliche) sa benissimo quali azioni compie e anche quali risultati si attende. Il non aver fatto circolare il questionario e diffuso l’evento del convegno, il non aver coinvolto la Rete prima è qualcosa a mio parere di premeditato e voluto al fine di poter aiutare principalmente i propri amici e la propria parte fedele che porta consenso. Purtroppo di queste reti velate (ma nemmeno troppo) l’Italia ne è piena, è ormai nella cultura italiana (e laziale ancor di più) il clientelarismo, il nepotismo, che generano la cultura mafiosa (nel senso che la mia “famiglia”, “congrega”, “rete” viene prima di tutto e tutti, perché mi porta vantaggi personali), nasconderlo è fingere di non vedere, una momentanea cecità per l’illusione di poter così guardare avanti e superare. Ma non vedere l’oggi, quello che fino a qui è successo, significa non porre le basi per costruire ciò che deve ancora venire.
    Dopo avervi annoiato con le mie parole passo all proposta per il seguente testo, in cui tento di racchiudere i diversi animi di questa colorata Rete (e ricordando a tutti che nella Rete ci sono 30 dei 100 G.A.S. presenti a Roma, quindi non la maggioranza):

    Innanzitutto ci presentiamo: la Rete dei GAS di Roma e Lazio è una realtà aperta e autoorganizzata che da alcuni anni permette ai GAS che lo vogliono, di confrontare le proprie esperienze e cooperare. Siamo qui per mettere a disposizione della collettività la nostra esperienza di una Rete che gia’ organizza “dal basso” molti Gruppi di Roma e provincia.
    Perdonateci anche un piccolo preambolo, essenziale per inziare qui oggi un dialogo basato sull’onestà, la trasparenza e la correttezza, che speriamo porti rapidamente risultati concreti: siamo lieti che la Provincia abbia deciso di ascoltare le Ragioni dei Gruppi d’Acquisto Solidali, ma non siamo altrettanto convinti delle modalità con cui ciò è avvenuto, poiché molti di noi non hanno saputo, se non per vie traverse, di tale iniziativa, quando ci saremmo aspettati un coinvolgimento sin dall’inizio e tra pari, visto che il centro tematico sono i G.A.S. e il consumo critico ed essendoci già conosciuti l’anno passato con il bando provinciale, il quale ci ha consentito di costituire, a nome della Rete dei G.A.S. di Roma e del Lazio, una segreteria che ha aiutato non poco ad aumentare la partecipazione dei cittadini in questa piccola rivoluzione culturale, sociale ed economica che i gruppi d’acquisto solidale stanno rappresentando in questi tempi per tanti versi cupi. Il movimento dei GAS propone attività caratterizzate da spirito critico, partecipazione e autoorganizzazione: questo è il motodo che vi proponiamo per continuare e rifondare la relazione che deciderete di avere con noi, è il nodo gordiano da sciogliere per costruire una società futura intrisa di dialogo e rispetto reciproco, per ridiscutere il rapporto tra cittadino e istituzione e riportarlo a quei principi così chiaramente esposti nella nostra Costituzione repubblicana. Ogni qual volta l’istituzione si pone dall’alto ad intervenire sulle dinamiche sociali compie un errore dettato dall’arroganza, poiché essa deve essere al servizio del cittadino e non porsi come organo direttivo della società o come ente puramente assistenziale: “la sovranità appartiene al popolo”, questo dice il primo articolo della nostra Costituzione, questo deve essere il nostro fine, fondamentale per noi e per le generazioni future, perché crediamo veramente che ogni essere umano sia importante, debba sentire su di sé la responsabilità di ciò che accade e debba avere la possibilità di dialogare ed essere ascoltato.
    Sicuri che queste critiche costruttive saranno attentamente ascoltate se il vero interesse che muove questo convengo è il bene della comunità che viviamo, quindi dei gruppi nonché dell’istituzione che è qui presente, passiamo alla nostra proposta:
    1- I GAS non pretendono o chiedono denaro ne’ (nuovi) obblighi burocratici. Non chiedono sovvenzioni “a pioggia” o un sistema di bandi e gare. Chiediamo un sostegno per tutti i GAS, strategico e non episodico. Chiediamo servizi e strutture che sorreggano in modo stabile e duraturo il mondo del consumo critico, solidale e sostenibile. Abbiamo tante idee, nate dai nostri concreti bisogni e difficolta’, e che i rappresentanti dei GAS aderenti alla Rete cercheranno di chiarire meglio nei prossimi interventi (sostegno per i luoghi di scarico, strumenti di gestione amministrativa e contabile degli ordini, aiuti per rintracciare produttori, ecc.)
    2- Per questi motivi chiediamo che si apra un percorso di partecipazione che indirizzi, in modo condiviso, intenzioni e finalità di azioni future da parte dell’amministrazione provinciale. Siamo disponibili a rintracciare linee e progetti condivisi dai GAS che promuovano la cooperazione e premino il “fare rete”.
    Come avrete quindi capito abbiamo scelto di approfittare di questa occasione che ci viene data, perché siamo certi che il dialogo sia la prima arma (e forse l’unica) per costruire una società migliore; siamo consapevoli e orgogliosi delle nostra autonomia, dei pincipi e dei metodi che ci hanno guidato finora, vorremmo con la nostra esperienza contaminare il vostro modo di operare, affinché i mezzi coincidano con i fini che ci proponiamo, senza soluzione di continuità e con la massima coerenza possibile.
    Volete accettare questa sfida, siete pronti ad aprire ad un dialogo sincero e costruttivo con tutte le realtà coinvolte, volete come noi consumare tonnellate di arance fino alla nausea, pur di sostenere chi non sfrutta il lavoro, ma ne dà dignità, chi è onesto, trasparente, attento al rispetto dell’uomo e della natura? Noi nel nostro quotidiano già lo facciamo e tenteremo di farlo sempre meglio, perché sentiamo veramente di appartenere ad un’unica grande famiglia umana.
    Lettura dei nomi dei G.A.S. alla fine.

    #5931
    Marco Passaniti
    Partecipante

    Ciao a tutti
    Noi come Gas di Mezzo saremo presenti al convegno con due persone, il sottoscritto ed Alessandro.
    Ne abbiamo parlato in riunione ieri, e siamo daccordo nell’ appoggiare la rete Gas Lazio.
    Per quanto riguarda l’intervento che faremo come rete gas Lazio, concordo con quanto scritto da Massimo, breve e finalizzata ad una collaborazione costruttiva con le istituzioni. Anche io vorrei gridargli tutte le mie critiche, ma non credo che sia la cosa migliore, mentre approfittare del convegno per far vedere quanti siamo e tutti con la stessa finalità è già una critica al loro operato, non gridata ma reale e concreta.
    Marco Passaniti
    Gas di Mezzo

    #5936
    maurizio
    Partecipante

    Ciao,
    salterei una serie di preamboli e precisazioni: punterei sulle proposte.
    E’ fondamentale fare le nostre, sia di metodo che di merito:
    le proposte espresse come rete nei punti 1 e 2 secondo me possono contribuire in maniera significativa, se condivise, a orientare in maniera positiva il focus del dibattito.
    Si, lo so che la Provincia ha già inquadrato una serie di cose senza consultarci, e il rischio di essere decorativi c’è…
    Ma come Rete non possiamo che proporci come facilitatore di questo processo, dato che non sappiamo quali altri GAS non solo non stanno in Rete, ma forse non ci staranno mai, e quindi per me è bene che l’intervento sia concentrato, poi spazio ai gruppi.

    Io manterrei quanto segue (dal testo di Dario) o poco più:


    Innanzitutto ci presentiamo: la Rete dei GAS di Roma e Lazio è una realtà aperta e autoorganizzata che da alcuni anni permette ai GAS che lo vogliono, di confrontare le proprie esperienze e cooperare. Siamo qui per mettere a disposizione della collettività la nostra esperienza di una Rete che gia’ organizza “dal basso” molti Gruppi di Roma e provincia.
    Il movimento dei GAS propone attività caratterizzate da spirito critico, partecipazione e autoorganizzazione: questo è il metodo che vi proponiamo per continuare.

    Passiamo alla nostra proposta:

    1 – Chiediamo un sostegno per tutti i GAS, strategico e non episodico. Chiediamo servizi e strutture che sorreggano in modo stabile e duraturo il mondo del consumo critico, solidale e sostenibile. Abbiamo tante idee, nate dai nostri concreti bisogni e difficolta’, e che i rappresentanti dei GAS aderenti alla Rete cercheranno di chiarire meglio nei prossimi interventi (sostegno per i luoghi di scarico, strumenti di gestione amministrativa e contabile degli ordini, aiuti per rintracciare produttori, ecc.)

    2 – Per questi motivi chiediamo che si apra un percorso di partecipazione che indirizzi, in modo condiviso, intenzioni e finalità di azioni future da parte dell’amministrazione provinciale. Siamo disponibili a rintracciare linee e progetti condivisi dai GAS che promuovano la cooperazione e premino il “fare rete”.

    Ciao, Maurizio (gaabe-roma)

    #5937
    Marina Russo
    Partecipante

    Ringrazio Maurizio per la chiarezza e la sintesi: sono completamente d’accordo, per un intervento breve, forte, che metta in luce il nostro metodo, quello che vogliamo e quello che chiediamo alle istituzioni.

    Per GAOS venerdì mattina ci sarò io: stasera abbiamo la riunione mensile e magari qualcun altro di noi si aggiungerà.

    Ciao. Marina (gaos)

    #5938
    Dr. Sankara
    Partecipante

    Allora ragazzi/e. Se permettete provo a tirare le fila (purtroppo questo proliferare di “mia proposta” rende il tutto piu’ difficile.
    Ho messo su questa pagina un testo con una formattazione piu’ decente.
    https://www.gasroma.org/chi-siamo/riunioni-e-verbali/intervento-convegno-provincia/
    (la pwd e’ retegas)

    Vi chiederei di operare, se credete, interventi molto circoscritti al testo proponendo invece qui interventi o modifiche sostanziali. Lo so centralizza un po’ ma non abbiamo piu’ tanto tempo per discuterne…

    #5939
    Dr. Sankara
    Partecipante

    Nel merito:
    – personalmente accolgo larga parte delle proposte di massimo&maurizio
    – Maurizio non potevi saperlo, ma alla riunione di giovedi’, se non ho capito male, mi pare ci fosse largo consenso sulla prima frase del punto 1 (che ho rimesso). Io ci terrei molto: secondo me dobbiamo chiarire che noi non stiamo intervenendo perche’ vogliamo i soldi per noi…
    – mi spiace Dario ma sono d’accordo, alcune parti che avevi aggiunto sono condivisibili, ma persino per me troppo enfatiche.
    – rispetto all’ultima proposta di maurizio, ho rimesso alcune delle parti critiche. Va bene tutta la non violenza e il dialogo che volete, ma non possiamo proprio passar sopra a tutto. A quel punto non avrebbe quasi senso intervenire (e ammettetelo abbiamo gia’ annacquato molto dalla prima versione). :-|Sinceramente non me la sentirei di stare una rete cosi’ condiscendente, ne’ di tornare al mio GAS (Selvaggio). 😉
    @Marco Passaniti: nessuno propone di gridare, ma almeno facciamola sta critica puntuale. 🙂 altrimenti il messaggio e’ “fateci pure quello che volete, noi saremo sempre cordiali e disponibili”. Non mi pare sarebbe di buon auspicio… 😎

    #5942
    Massimo (GAOS)
    Partecipante

    Ok, adesso sono riuscito ad esntrare nel forum e ripeto qui quello che ho scritto in lista:

    Vorrei semplicemente suggerire una linea generale di comportamento che, nella mia esperienza, ha dato i suoi frutti:

    ****************************************************
    Quando una cosa non va e IL VERO OBIETTIVO E’ FARLA ANDARE MEGLIO in gruppi basati sulla fiducia (non sul potere) e in rapporti con le istituzioni, io penso che ribadire “le colpe” sia estremamente controproducente.

    Io penso che si puo’, anzi si deve, porre la questione IN POSITIVO spiegando che serve PER NON RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO.
    ****************************************************

    Questo e’ un esempio di quello che per me e’ una comunicazione nonviolenta.
    E questo non e’ certo andare col cappello in mano.

    Aggiungo qui che se in qualche occasione il vero obiettivo dovesse essere lo scontro, allora la comunicazione potrebbe essere diversa, ma comunque uno sfogo “tanto per sfogarsi”. per “adesso gliene dico tre…”, socondo me, sarebbe controproducente anche in questo caso.

    Massimo (GAOS)

    #5943
    Dr. Sankara
    Partecipante

    In ogni caso non prendiamoci in giro. La contrapposizione non e’ affatto tra chi vuole lo scontro e chi vuole il dialogo. Tra i falchi o le colombe… Tutt* vogliamo il dialogo. Tutt* si propone soluzioni positive. E non e’ neanche una questione di tono: il testo attuale riprende largamente le proposte di massimo e maurizio.
    Semplicemente la questione e’ se insieme alle proposte e agli inviti al dialogo si debba aggiungere una breve notazione riguardo al fatto che fino a questo momento e in questa occasione non ci sia stata considerazione e rispetto. A mio avviso una nota necessaria almeno per non aver perso tempo e per non sembrare del tutto fessi (e se questa la considerate violenza…).

    Ancora piu’ in sostanza, propongo di aggiungere questa frase (o simile) che leggete in fondo: “Purtroppo dobbiamo constatare che la Rete dei GAS di Roma e del Lazio non è stata in alcun modo invitata o coinvolta nell’organizzazione di questo convegno”. Se la maggioranza decidesse di non metterla (secondo me per un eccesso di disponibilita’ per una amministrazione sedicente “amica”) me ne faro’ una ragione. PERO’ in quel caso vorrei che il comunicato lo leggesse o lo interpretasse qualcun’altra persona.
    Tutto qua. L’aggiungiamo??

    ciao

    #5948
    Dario Pulcini
    Amministratore del forum

    Uno dei più grandi uomini dell’umanità, Gandhi, faceva disobbedienza civile per affermare i diritti di milioni di esseri umani. Diceva: “Non violenza e codardia si accompagnano male”. Allora pure lui era un violento? Bisogna usare le parole con il significato che esse hanno. Credo proprio che si debba aprire un dibattito nella Rete sul concetto di non violenza, credo ci siano divergenze profonde, secondo me si confonde la non violenza con l’inazione. Essere non violenti per me è innanzitutto AGIRE con coraggio affinché la verità emerga così come è e per questo possa essere cambiata con l’accordo degli altri e senza soprusi. Se non si racconta la verità si è tutto tranne che non violenti: un conto è narrare la realtà senza essere aggressivi, un conto è non raccontare una realtà solo perché brutta, come se parlare di una realtà orripilante (come è la politica in Italia, benpensante e nepotistica, mafiosa e bigotta) significhi intrinsecamente far emergere la violenza. Non ne vedo in nessun modo il nesso.

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